C’è un motivo se i genitori passano così tanto tempo a scegliere il lettino o la culla migliore, questi sono i luoghi dove il nuovo arrivato in famiglia passerà notte dopo notte per molti mesi.
Il peggior incubo di mamme e papà è trovarsi ad affrontare bimbi che puntualmente si risvegliano piangendo e non li lasciano dormire.
Soprattutto nei primi tempi, alcuni neonati si addormentano solo dopo essere presi in braccio o se la mamma è nelle vicinanze; ma i problemi non si esauriscono nei primi mesi: i piccoli crescono in fretta e ben presto ci si trova ad affrontare il passaggio obbligato da culla al lettino e infine al letto “da grandi”.
Non tutti i bambini vivono i cambiamenti allo stesso modo: per alcuni sarà più semplice, altri rifiuteranno categoricamente di adattarsi.
In questi casi, per quanto frustrante, non bisogna disperare: ogni modifica deve essere introdotta gradualmente. Qualsiasi sia l’età del bambino, il cambiamento da affrontare è solo questione di (buone) abitudini e di metodo.
Se il neonato non dorme la prima cosa da fare è darsi tempo per capire le sue necessità e imparare a cogliere i segnali che ci manda: sbadigli, agitazione, sguardo perso nel vuoto.
Non appena questi segni si manifestano è ora di mettere il bebè a nanna, altrimenti aspettando troppo sarà più difficile farlo addormentare.
Specialmente nei primi mesi, è importantissimo creare una routine: mettere il piccolo a nanna sempre alla stessa ora e creare un rituale.
I bambini, infatti, sono estremamente abitudinari e sapere cosa devono aspettarsi li aiuta a tranquillizzarsi e ad addormentarsi più velocemente.
Si può creare una routine della buona notte utilizzando la musica oppure restando a fianco del bimbo tenendogli la manina o cantando una ninna nanna finché il piccolo non prende sonno. Alcuni esperti sostengono che i bambini abituati ad addormentarsi in braccio alla mamma non riescono a prendere sonno a causa del cambio di temperatura, dovendo passare dalle braccia calde della mamma alla culla o al lettino relativamente più freddi.
Una buona soluzione è provare ad avvolgere il piccolo in una fasciatura morbida o in un sacco da nanna per neonati.
Come abituare un neonato a dormire nel lettino?
Una culla piccola, accogliente, imbottita è la soluzione migliore nei primi mesi di vita dei bimbi, soprattutto se agganciata al letto di mamma e papà per dormire tutti insieme, mantenendo i propri spazi e godendo dei vantaggi del co-sleeping.
Ma il tempo passa in fretta, e dopo i 6 mesi la questione che assilla i genitori diventa come abituare un neonato a dormire nel lettino.
La culla o la navicella della carrozzina che accolgono il bimbo nei primi mesi hanno dimensioni tali da far sentire il bebè accolto e al sicuro, proprio come nello spazio dentro la pancia della mamma. Ecco perché, venendo a mancare questo senso di protezione, alcuni bimbi non riescono ad adattarsi facilmente al passaggio da culla a lettino. Il cambiamento avviene generalmente intorno ai 5-6 mesi, quando il piccolo inizia a muoversi e c’è il rischio che possa cadere dalla culla.
Se il passaggio ad un ambiente meno ristretto lo disorienta si può provare ad usare un riduttore o un sacco nanna, sempre mantenendo una routine della buona notte.
Un altro modo per minimizzare il cambiamento è mantenere uguali il maggior numero di cose: posizionare il lettino nello stesso luogo della culla o utilizzare lo stesso sacco nanna (o sostituirlo con uno più grande con lo stesso design).
Se il bambino non si adatta immediatamente al nuovo lettino occorre avere pazienza, cercando di farlo familiarizzare lentamente, ad esempio mettendolo a dormire nel nuovo ambiente per brevi riposini, prima di effettuare il passaggio a tempo pieno.
Come abituare un neonato ad addormentarsi da solo?
Tra le sfide che toccano ai neogenitori, capire come abituare un neonato ad addormentarsi da solo è tra le più difficili.
Le opinioni sono tantissime e varie. Alcuni esperti sostengono che per aiutare il bimbo a dormire da solo bisognerebbe lasciarlo piangere per qualche minuto, prima di correre a consolarlo.
Altri sostengono che questo metodo sia da evitare, perché così facendo il piccolo assocerebbe il sonno ad emozioni negative.
In generale, non esiste un metodo migliore rispetto ad un altro: tutto dipende dalle reazioni dei bambini. Qualsiasi metodo si scelga, ci sono comunque degli approcci comuni da adottare: utilizzare coperte non troppo fredde, non vestire troppo il piccolo, mantenere una temperatura non troppo fredda né calda nella stanza.
Creare un’atmosfera serena e ripetere piccole routine aiutano i bambini a prendere sonno. Qualsiasi sia l’età del bimbo, è importante anche utilizzare sempre un linguaggio positivo ed incoraggiante, di modo che il momento di andare a letto non sia percepito come un momento di tensione.
Fondamentale è anche aiutare il bimbo a distinguere tra il giorno e la notte, senza accendere luci, facendo gesti e movimenti lenti e calmi, utilizzando tende pesanti ed evitando di fare conversazione, limitandosi a poche parole sussurrate sottovoce.
Come abituare il bambino a dormire nella sua cameretta?
Non esiste un’età giusta per spostare il bambino nella sua cameretta: molto dipende dalle sue esigenze e da quelle dei genitori.
Per alcuni il cambiamento avviene già a due anni, per altri non prima dei quattro; la cosa più importante è non forzare i tempi.
Possono essere i bambini stessi a volere uno spazio proprio, oppure il desiderio di cambiamento può partire dai genitori.
Qualunque sia il vostro caso, come abituare il bambino a dormire nella sua cameretta? Far nascere in lui o lei un senso di appartenenza e di intimità coi propri spazi è il punto da cui partire: i più piccoli amano partecipare alle scelte che riguardano il proprio ambiente.
Andare tutti insieme ad acquistare lenzuola colorate, una lampada, o scegliere il colore della nuova cameretta li farà felici e gli darà davvero la sensazione che sia il loro spazio.
Per rendere il cambiamento dolce si può creare il rito della favola della buonanotte, per aiutare il bimbo a rilassarsi e dormire bene.
Far comprendere al bambino i vantaggi del dormire nel proprio letto è la chiave del successo. Tuttavia, potrà capitare spesso che il bimbo si alzi nel cuore della notte per correre nel lettone dei genitori.
Infrangere la regola una volta non deve far sentire in colpa, ma la comodità di lasciare che il bambino dorma nel lettone non può vincere la necessità di avere uno spazio riservato. Riportare il bimbo nel suo letto, anche per diverse volte nel corso della notte è un compito duro, ma necessario a vincerne i capricci.
Un buon compromesso è quello di permettere ai bambini di venire nel lettone una volta alla settimana, magari di domenica mattina, di modo da fargli percepire questa concessione come un’eccezione ad una regola che va rispettata.
Infine, è anche importante essere disposti a fare un passo indietro e rimandare il cambiamento, se ci si accorge che il bambino non è pronto e non accetta di buon grado la novità.
I bimbi possono cambiare molto in breve tempo: quello che oggi rifiutano potrebbe non essere più un problema tra una settimana. In ogni caso, è importante non dimenticare che quando si tratta di abituare un bambino a dormire da solo la tenacia dei genitori è la chiave del successo dell’impresa.